Uno dei libri più belli che ho mai letto in tutta la vita è quello di cui parlerò ora. E di cui parlerò poco, perché non voglio tradire l’improvvisa sincerità di un libro che mi sconvolge la vita. Sono nata in una famiglia cristiana, anzi cattolica, non sono credente né miscredente, e anche per questo motivo mi ritrovo perfettamente nelle parole di Saramago:
La religione e la trascendenza sono temi con i quali hanno a che fare tutte le persone, non sono riservati solo ad alcuni, e dunque io come scrittore, occupandomi della vita delle persone, mi occupo a mia volta di questi temi che hanno a che fare con la dimensione del trascendente. D’altra per quanto i miei rapporti con la religione siano, come dire, di osservatore non credente, non posso negare di avere una mentalità cristiana, non certo animista, né islamista, né buddista, né quella di nessun’altra religione.
Mentalmente io sono un cristiano, la mia è una mentalità cristiana, e dunque a questo titolo credo di potermi e dovermi occupare, come scrittore, di temi che apparentemente non dovrebbero riguardarmi ma che, dal punto di vista in cui di volta in volta mi pongo, sono tanto miei quanto di Giovanni Paolo II
II.
Nella mia morte saranno tutte le morti di Lazzaro, sarà sempre lui a morire e non potrà essere resuscitato, implorò Maria, Anche se non puoi entrare, non allontanarti da me, tendimi sempre la mano anche quando non ti è possibile vedermi, se tu non lo facessi, mi dimenticherei della vita, o sarebbe la vita a dimenticare me. […] Guarderò la tua ombra se non vuoi che guardi te, gli disse, e lui rispose, Voglio essere ovunque sia la mia ombra, se là saranno i tuoi occhi.
Sono queste, allora, le parole che il figlio, l’agnello di dio, riserva alla donna che ama, ho pensato. E ama, Cristo, come un uomo normale, di un amore divino.Giuseppe guardò in cielo e, in cuor suo, si stupì. Il sole tarda a spuntare, non c’è, in tutto lo spazio celeste, il più pallido indizio dei toni rossi dell’albeggiare, neppure una tenue pennellata di rosa o di ciliegia non matura, niente, lungo l’intero orizzonte, a quanto i muretti del cortile gli lasciano vedere, per la totale estensione di un soffitto immenso di nuvole basse, simili a piccoli gomitoli schiacciati, tutti uguali, nient’altro che un unico colore violetto che già comincia a farsi vibrante e luminoso là dove irromperà il sole e progressivamente va scurendosi, sempre di più, fino a confondersi con ciò che, di là, è ancora notte. In vita sua, Giuseppe non aveva mai visto un sole come questo […] e [..] immaginò che il mondo stesse per finire […]. Pian piano, quasi impercettibilmente, il violetto cominciava a tingersi e ad acquistare, all’interno del soffitto di nuvole, un colore rosa pallido, che poi si arrossava, fino a scomparire, era lì e un attimo dopo non c’era più, e d’improvviso lo spazio esplose in un vento luminoso, moltiplicandosi in lance d’oro che centravano e trapassavano le nuvole che, non si sa bene né dove né quando, erano aumentate, divenute enormi, imbarcazioni gigantesche che issavano vele incandescenti e solcavano un cielo finalmente libero. A Giuseppe si aprì l’anima […]. Un alito di vento appena nato colpì allora Giuseppe in viso, gli agitò i peli della barba, gli scosse la tunica, e poi lo circondò come un mulinello nel deserto […].
Questo è il dio che in una mattina che tarda a nascere, per motivi di spazio qui ridotta del suo splendore divino, questo è il dio che albeggia tutto a un tratto in un alito di vento che prende Giuseppe nel corpo, e lo guida dolcemente a scostare la coperta e a fare l’amore con Maria. Un desiderio fisico ispirato da un cielo inumanamente, insopportabilmente, bello. Ma, anche nel momento più alto della concezione del suo unico figlio, dio non sta facendo altro che soddisfare un suo proprio bisogno. Il corpo di Giuseppe è un tramite, fra lui e la donna. Il corpo della donna è una custodia, un forno in cui il figlio si cuoce. Il corpo del figlio è un catafalco, un sarcofago in cui geme e si agita l’egoismo colonizzatore di dio.
“Sia fatta allora in me la tua volontà” – dice Gesù a dio, ma solo perché non ho scelta. Perché tu sei dio, e io non sono altro che l’uomo nel quale hai scelto di incarnare tuo figlio. Un involucro vuoto, ma che non si darà a te senza tentare di combatterti. “Sia fatta allora in me la tua volontà”, ma “A una condizione”.
Sai bene che non puoi porre condizioni, rispose Dio con espressione contrariata, Non chiamiamola condizione, chiamiamola richiesta, la semplice richiesta di un condannato a morte, Parla, Tu sei Dio, e Dio non può che rispondere con la verità a qualunque domanda gli venga rivolta, e quindi, essendo Dio, conosci tutto il tempo passato, la vita attuale, che si trova nel mezzo, e tutto il tempo futuro, Infatti, io sono il tempo, la verità e la vita, Allora, in nome di tutto ciò che affermi di essere, dimmi come sarà il futuro dopo la mia morte, che cosa ci sarà che non sarebbe esistito se io non avessi accettato di sacrificarmi alla tua insoddisfazione, a quel tuo desiderio di regnare su altre genti e altri paesi. Dio ebbe un moto di fastidio […] e tentò, senza grande convinzione, una risposta evasiva […]
[…] la mia proposta è questa, accoglimi di nuovo nel tuo cielo, perdonami i mali passati per quelli che in futuro non dovrò commettere, accetta e serba la mia obbedienza, come nei tempi felici in cui ero uno dei tuoi angeli prediletti, […] E mi vuoi spiegare perché dovrei accoglierti e perdonarti, Perché se lo farai, se mi concederai adesso quel perdono che in futuro prometterai tanto facilmente a destra e a manca, allora il male finirà qui, oggi, non ci sarà bisogno che tuo figlio muoia, […] dovunque impererà il bene e io canterò, nell’ultima e umile fila degli angeli che ti sono rimasti fedeli, a quel punto fedele più di ogni altro perché pentito, io canterò le tue lodi, tutto si concluderà come se non ci fosse stato, tutto comincerà a essere come se fosse sempre stato così, Hai davvero un gran talento per irretire le anima e perderle, […] Non mi accetti, non mi perdoni, Non ti accetto, non ti perdono, ti voglio come sei e, se possibile, anche peggiore di adesso […]. Che non si dica che un giorno il Diavolo non ha tentato Dio […] Non guardò Dio, ma disse, come rivolgendosi a un pubblico invisibile, Ci vediamo, l’ha voluto lui.
È questa la vera tentazione del diavolo, una tentazione buona, quindi!Non puoi andare contro la volontà di Dio, No, ma è mio dovere tentare […].
E allora Gesù, tentando, perde per sempre.L’unico Dio sono io, io sono signore e tu sei mio figlio, Moriranno a migliaia, A centinaia di migliaia, Moriranno centinaia di migliaia di uomini e donne, la terra si riempirà di urla di dolore, di grida e di rantoli di agonia, il fumo degli arsi vivi offuscherà il sole, il loro grasso sfrigolerà sulle braci, il puzzo sarà un tormento, e tutto avverrà per colpa mia, Non per colpa, ma per causa tua, Padre, allontana da me questo calice, Che tu lo beva è la condizione per il mio potere e la tua gloria, Non desidero questa gloria, Ma io voglio questo potere.
Perché dio sacrifica il figlio non per salvare l’uomo, ma per ampliare all’infinito il suo regno.Allora il Diavolo disse, Bisogna proprio essere Dio per amare tanto il sangue.
Un romanzo che dedica poco spazio alla Passione, e molto di più all’infanzia, alla passione, e alla vicenda umana di Cristo (poiché Gesù è un involucro inerme del potere di dio), un romanzo che, svelando certe verità storiche che il vangelo ha consegnato distorte al nostro presente infinito – tutti i condannati morivano in croce, per esempio –, e rivisitando in maniera – come dire – plausibile tutte le storie raccontate nel Vangelo canonico, rivela a mio avviso un vero tocco divino, sovrannaturale, grazie al quale io non riesco a non credere che quella narrata da Josè Saramago sia la vera storia di Gesù, di dio e del diavolo. E della Madonna, che non crede a suo figlio. E di Maria Maddalena, vera amante di Cristo, riamata di un amore umanissimo, ma mortalmente divino.[…] e quando il primo chiodo, sotto il brutale colpo del martello, gli perderò il polso nello spazio fra le due ossa, il tempo retrocesse in una vertigine istantanea, e Gesù provò il dolore che aveva sentito suo padre, si vide come aveva veduto lui, crocifisso a Sefforis, poi l’altro polso e, immediatamente, la prima lacerazione delle carni quando il patibolo cominciò a essere issato a strattoni verso la cima della croce, l’intero peso sostenuto dalle fragili ossa, e fu quasi un sollievo quando gli spinsero le gambe verso l’alto e un terzo chiodo gli attraversò i calcagni, adesso non c’è più niente da fare, c’è solo da attendere la morte.
Gesù muore, allora, e, quando muore, il mio cervello si sparge dentro il ventre vivo del Golgota, accompagnando la morte dell’uomo come un canto divino. Mentre il diavolo si china a raccogliere il sangue di Cristo, e il mondo non finisce nemmeno questa volta. Le donne piangono la perdita del piccolo dio buono. Cristo se ne va, tentando di non mietere vittime.
Bibliografia di Josè Saramago[VI]
Poesia
* 1966 - I poemi possibili (Os poemas possíveis)
* 1970 - Probabilmente allegria (Provavelmente alegria)
* 1975 - L'anno mille993 (O Ano de 1993)
Teatro
* 1979 - La notte (A Noite)
* 1980 - Cosa ne farò di questo libro? (Que Farei Com Este Livro?)
* 1987 - La seconda vita di Francesco d'Assisi (A Segunda Vida de Francisco de Assis)
* 1993 - In Nomine Dei (In Nomine Dei)
* 2005 - Don Giovanni, o Il dissoluto assoluto (Don Giovanni ou O dissoluto absolvido)
Cronache
* 1971 - Deste Mundo e do Outro
* 1973 - A Bagagem do Viajante
* 1974 - As Opiniões que o DL teve
* 1976 - Os Apontamentos
Romanzi
* 1947 - Terra do pecado
* 1977 - Manuale di pittura e calligrafia (Manual de pintura e caligrafia)
* 1980 - Una terra chiamata Alentejo (Levantado do chão)
* 1982 - Memoriale del convento (Memorial do convento)
* 1984 - L'anno della morte di Ricardo Reis (O ano da morte de Ricardo Reis)
* 1986 - La zattera di pietra (A jangada de pedra)
* 1989 - Storia dell'assedio di Lisbona (História do cerco de Lisboa)
* 1991 - Il Vangelo secondo Gesù Cristo (O Evangelho segundo Jesus Cristo)
* 1995 - Cecità (Ensaio sobre a cegueira)
* 1997 - Tutti i nomi (Todos os nomes)
* 2001 - La caverna (A caverna)
* 2002 - L'uomo duplicato (O homem duplicado)
* 2004 - Saggio sulla lucidità (Ensaio sobre a lucidez)
* 2005 - Le intermittenze della morte (As intermitências da morte)
* 2005 - Il più grande fiore del mondo (A Maior Flor do Mundo)
Altri
* 1978 - Oggetto quasi (Objecto quase)
* 1981 - Viaggio in Portogallo (Viagem a Portugal)
* 1999 - Il racconto dell'isola sconosciuta
* 2002 - Scolpire il verso
* 2005 - Esteban Cuscueta
* 2006 - Pensar, pensar, y pensar
Saramago su internet
http://www.einaudi.it/einaudi/ita/catalogo/biografia.jsp?ed=87&id=0000652
http://cubainforma.interfree.it/2005/cultura/vangelo.htm
www.libreriauniversitaria.it/BIT/8806174452/Il_Vangelo_secondo_Gesu_Cristo.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Saramago
http://www.toscanaspettacolo.it/index.asp?code=2544 adattamento teatrale de Il Vangelo secondo Gesù Cristo, adattamento, regia e scene di Riccardo Sottili
www.rivistaorigine.it/convsaramago.html
http://www.rottanordovest.com/maestri/saramago_vangelo.htm
http://www.railibro.rai.it/articoli.asp?id=14
http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1998/saramago-or.html
http://biografie.leonardo.it/biografia.htm?BioID=342&biografia=Jos%E9+Saramago
http://www.comitatomst.it/saramago.htm
http://www.comitatomst.it/nobcomm.htm
http://www.vialattea.net/odifreddi/saramago.htm
http://www.unitn.it/unitn/numero07/saramago.html
http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio_2001/interviste/saramago.cfm
[I] J. Saramago http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio_2001/interviste/saramago.cfm
[II] http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio_2001/interviste/saramago.cfm
[III] J. Saramago http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio_2001/interviste/saramago.cfm
[IV] J. Saramago http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio_2001/interviste/saramago.cfm
[V] J. Saramago http://www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/archivio_2001/interviste/saramago.cfm
[VI] da http://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Saramago