Presentazione:
In via preliminare vanno fatte alcune considerazioni circa il modo con cui si è cercato di enucleare e di determinare il problema, in sé molto vasto e generale, del significato e della funzione della scienza nell'ambito della cultura e della società italiane. Non ci si è proposti, anzitutto, di giudicare il valore in sé del contributo dato dagli scienziati italiani: una ricerca siffatta, anche se non fosse viziata da intenti rivendicazionistici, retaggio di una storiografia ormai superata, avrebbe un senso molto limitato. Non deve pertanto stupire il fatto che in questo volume non si parli affatto, o si parli solo marginalmente, di Leonardo, Spallanzani, Volta, Avogadro, ecc. e che si sia dato un rilievo eccezionale a Federigo Enriques. Non si è voluto neanche fare un discorso programmatico, inevitabilmente estrinseco e generico, sui rapporti tra scienza e società italiana. I rapporti tra scienza e istituzioni sociali o economiche di cui si parla sono sempre rapporti determinati o studiati in situazioni storiche ben definite, o in ambiti geografici delineati in modo preciso.
La trattazione non presenta un quadro complessivo del problema che sarebbe stato generico, o lacunoso e incompleto, data l'ampiezza e la varietà delle questioni. Pur tuttavia è condotta in modo sistematico ed unitario: l'articolazione per parti evidenzia particolarmente questo aspetto. Infatti, le parti riuniscono secondo un ordine le varie analisi che seguono, per quanto concerne i metodi e i contenuti, un andamento differenziato. Il raggruppamento sotto il profilo tematico risponde a dei criteri precisi che verranno chiariti nel corso dell'esposizione, in base ai quali i temi generali risultano ben definiti e delineati. Conseguentemente, la scelta degli argomenti e delle modalità di articolazione è condizionata solo dall'aderenza o meno al tema, il quale non è un mero inquadramento estrinseco della materia, ma una vera e propria categoria che serve a spiegare e a situare il problema. Pertanto, un'articolazione diversa della trattazione, basata su argomenti diversi, ma vincolati al tema posto, avrebbe condotto a risultati simili.
La prima parte è volta a illustrare il carattere della tecnica rinascimentale. Si è evitato ogni discorso generale, e si è preferito studiare, ad esempio, il filatoio meccanico in dettaglio, come apparato tecnologico all'avanguardia nell'economia di alcune regioni dell'Italia tardo;medievale e rinascimentale; una situazione d'elezione, quale il controllo delle acque a Venezia nel Quattrocento, in cui l'intreccio tra bisogni economici e soluzioni tecniche risulta strettissimo; il diffondersi della nozione immaginativa e figurativa della macchina nel Cinquecento; una speciale applicazione, quella sanitaria. Altre scelte avrebbero evidenziato il medesimo fenomeno, cioè il carattere vario e composito della nozione di tecnica nel Rinascimento.
La seconda e la terza parte affrontano il problema della formazione, costituzione e sviluppo della scienza italiana e del suo inserimento nella cultura e nella società. Si è voluto esplorare la validità del tema proposto nel modo piu ampio possibile, con studi su questioni dottrinali specifiche, sull'incidenza della cultura scientifica in aree culturali diverse, su nessi determinati tra scienza, politica, economia. In particolare, il saggio sulla nascita e lo sviluppo dell'industria nell'Italia moderna, permette di rilevare come la concezione empiristica della scienza italiana non sia stata in grado di promuovere una scienza applicata particolarmente efficace. La scelta degli argomenti è stata dettata dall'esigenza di evitare che il tema proposto fosse corroborato, in modo unilaterale, solo da scelte «facili».
La quarta parte dedicata alla trattazione del concetto e dell'ufficio della scienza nella scuola, precisa ulteriormente i temi precedenti e li verifica sul piano dell'istituzione più significativa, quella educativa.
La particolare struttura che si è data al volume - per cui anche i saggi di più ampio respiro sono articolati per settori specifici, trattati in modo sufficientemente analitico - va fatta risalire alla scarsità di contributi particolari di qualche peso e rilievo su singoli aspetti della vita scientifica italiana e alla genericità delle visioni d'assieme relative. La situazione degli studi storici in questo campo, che solo in questi ultimi anni -si va lentamente modificando, è il frutto del tipo di cultura, ampiamente descritto in questo volume, che ha imperato in Italia e che ha indirizzato gli studi storici in modo conseguente, favorendo, cioè, il disinteresse degli studiosi verso temi di carattere scientifico, oppure suscitando un interesse frammentato e settoriale.
Di qui, da un lato, la necessità di un lavoro collettivo e, dall'altro, lo sforzo di riunire in una tendenza di fondo comune l'interpretazione dei fenomeni specifici.
Va notato inoltre che gli autori hanno dato alloro lavoro l'ambito di riferimento e l'impostazione che hanno ritenuto opportuni, ma hanno potuto confrontare e sottoporre al vaglio degli altri collaboratori i risultati delle loro ricerche.