A cura di Carlo Federico Grosso, Dario Melossi, Isabella Pezzini, Eligio Resta, Sergio Moccia, Enzo Ciconte, Tullio Padovani, Amedeo Cottino, Daniela Adorni, Luigi Marini, Donatella Della Porta, Sergio Flamigni, Alison Jamieson, Giuseppe De Lutiis, Nicola Tranfaglia, Giangiulio Ambrosini, Giuseppe Di Lello, Maurizio De Luca, Franco Ferraresi, Maria Vittoria Foschini, Stefano Montone, Umberto Allegretti, Guido Neppi Modona, Marco Pelissero, Francesco Palazzo, Davide Petrini, Vincenzo Maiello, Massimo Pavarini, Massimo Bouchard.
Presentazione
«Crimine» e «politica criminale» sono parole ambigue, perché implicano diversi giudizi di valore. In questo volume il termine «criminale» è inteso come qualsiasi comportamento, comunque motivato, che abbia dato luogo o avrebbe potuto dar luogo a una reazione dello Stato consistente nell'esercizio della giustizia penale, ordinaria o militare. E crimine, in questa accezione, il comportamento che viola la legge penale, indipendentemente dai motivi che lo hanno ispirato e dall'equità della legge. Perciò sono crimini, per citare fatti del tutto disomogenei, tanto l'insurrezione popolare di Milano del 1898, che si chiuse con le cannonate di Bava Beccaris, quanto gli omicidi della mafia contemporanea.
dalla Premessa di Luciano Violante