Consapevoli che Dizionario è opera che in sé implica, tra l'altro, definizioni, categorie, elenchi disposti secondo un preciso ordine, il più delle volte «per bene intendere le cose» (come suggerisce Leonardo - Codice di Windsor 19086), abbiamo creduto di dovere proporre come titolo per il nostro lavoro di sintesi e di riflessione sulla Resistenza questo primo lemma, per indicare non tanto una somma di varie parole e significati, presi in senso diacronico e sincronico, un'opera che si limiti a elencare e classificare, circoscrivendo fatti e concetti, ma piuttosto la presenza di voci, lemmi e percorsi, a volte anche con ordine alfabetico, che consentano, nel loro insieme, di intendere e se si vuole interpretare (informare, descrivere, interrogare, problematizzare) un fenomeno storico al tempo stesso così studiato (in Italia e all'estero) e così controverso, indagato e letto per molti anni dopo la fine della guerra da punti di vista che hanno cercato non solo di raccontare fatti ed eventi, ma di spiegarli a partire da a priori logici o ideologici che, spesso, ne hanno influenzato le forme della memoria e della storia (si veda al proposito il saggio di Claudio Pavone e Adriano Ballone, La Resistenza: un percorso storiografico, in Appendice, vol. II). Tanto che ancora oggi sembra difficile parlare o scrivere di Resistenza italiana, con il dovuto distacco che merita ogni periodo che già appartiene al passato storico e alla memoria collettiva di un intero popolo.
L'accentuazione geografica accanto a quella storica ci sembra rappresenti inoltre uno spiccato elemento di novità per un'opera complessiva come questa, e non solo perché rompe l'idea cristallizzata e diffusa di una Resistenza dal carattere unitario (che da tempo gli studi e le ricerche degli storici avevano abbandonato), ma perché dà spazio a una notevole mole di lavori regionali e locali che in questi ultimi anni hanno contribuito a restituire complessità e veridicità a un fenomeno ancora lontano dall'essere compreso e analizzato appieno in ogni suo risvolto. Prende corpo così, per il lettore, anche grazie alla geografia del movimento resistenziale, una quest (ricerca n.d.w.) che a tratti solleva ancora echi polemici: quale sia cioè il rapporto tra un'esperienza cosi sconvolgente come fu la lotta di liberazione, anche per la pluralità delle sue anime, e l'Italia repubblicana, con il suo attuale assetto istituzionale. E se è pur vero che gli italiani combattenti nelle file dei partigiani, nei diversi periodi di mobilitazione e fino alla liberazione, furono una minoranza (ufficialmente riconosciuti con approssimazione intorno ai 220000), così come lo furono i fascisti militanti, tra i due estremi si collocò una maggioranza non certo omogenea (il cui atteggiamento andava dalla resistenza passiva al collaborazionismo passivo, e attraverso le varie forme di attendismo, di doppio gioco, di compromessi, di attenzione a salvaguardare in primo luogo la propria sopravvivenza e di collaborazionismo burocratico) del cui comportamento rendono conto non solo i diversi lemmi, ma anche le voci regionali e locali che insieme ai saggi di impostazione della prima parte costituiscono l'ossatura portante del Dizionario. Studi regionali e locali che qui sintetizzati da specialisti e ricercatori in maggior parte legati ai vari Istituti di storia, associati all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli), danno conto in modo unitario delle diverse forme ed espressioni di partecipazione alla Resistenza, al Centronord come nel Mezzogiorno.
Articolato in due volumi, il Dizionario geografico e storico della Resistenza si divide in quattro parti: la prima è composta da saggi di impostazione generale, affidati a specialisti incaricati non solo di dar conto dei maggiori eventi e delle rispettive linee di lettura, ma di fare il punto sulle questioni storiografiche ancora aperte, sia sul piano della ricerca, sia sul piano dell'interpretazione, in modo da fornire insieme un disegno di sintesi generale e una serie di piste di lavoro. Questa Parte prima fornisce dunque un quadro d'insieme di fatti e problemi che riguardano l'Italia, i suoi abitanti e le forze politiche e militari in campo dall' 8 settembre alle giornate della liberazione. Pur essendo autonomi uno dall'altro, i singoli capitoli consentono una precisa puntualizzazione storica della materia affrontata e lasciano aperti percorsi di approfondimento cui il lettore potrà dar seguito anche consultando la bibliografia essenziale alla fine di ogni trattazione.
La Parte seconda assicura al lettore una dettagliata analisi del fenomeno storico regione per regione e consente di prendere in esame fatti ed eventi anche delle città che furono i centri maggiori della lotta partigiana, dell'avanzata degli alleati e dello scontro con l'occupante tedesco e con i fascisti della Rsi (mentre per le altre città capoluogo di provincia e le molte località implicate nella guerra di liberazione, il rimando è al Volume secondo alla sezione Località).
La Parte terza, cui è riservata quasi la totalità del Volume secondo, è costituita da un lemmario che vuole rappresentare uno strumento informativo e insieme di approfondimento di molte delle problematiche, dei fatti e dei protagonisti della Resistenza. I lemmi, affidati anche nel caso di brevi scritti informativi a specialisti e ricercatori dell'università o degli Istituti di storia, se non direttamente ai curatori dell'opera, sono suddivisi in ordine alfabetico in undici macrotemi: località; formazioni e organismi partigiani; zone libere; movimenti di massa, scioperi, organizzazioni unitarie; alleati e Resistenza; partiti e movimenti politici; stampa clandestina; stragi, eccidi, rappresaglie; luoghi di detenzione e tortura; lager nazisti; biografie. In molti casi, la selezione dei lemmi è esemplificativa e segue criteri legati o al rilievo che un luogo, una persona, una famiglia o un foglio clandestino, per dare solo alcuni esempi, hanno assunto nella Resistenza; o ancora, come per il caso delle stragi o dei luoghi di detenzione e tortura, per fare un altro esempio, il criterio è rappresentato dagli studi prodotti e convergenti in un certo qual modo su risultati che allo stato attuale si possono considerare definitivi o scientificamente affidabili. Certe sezioni del lemmario, come quella delle zone libere o delle formazioni partigiane, tendono invece a essere esaustive. In ogni caso, proprio questo elemento della selezione esemplificativa (legata anche alla scelta della dimensione dell'opera), dà spazio a omissioni ed esclusioni che tendono a essere attenuate dalla rete di rimandi alle altre parti del Dizionario o dalla presenza di un indice dei nomi e dei luoghi (grazie ai quali si potranno ritrovare protagonisti, episodi, fatti o località, non inseriti con una voce specifica nel lemmario). In ogni caso, il criterio di scelta non è mai stato ideologico, ma ha teso sempre a dar conto del complesso e dell' articolazione dei temi toccati.
La Parte quarta del Dizionario tende a fornire al lettore alcuni strumenti di approfondimento ulteriore, con una sezione destinata alle sanzioni contro il fascismo, una che sviluppa un percorso storiografico dal dopoguerra ai più recenti lavori, l'elenco delle medaglie d'oro, e la bibliografia generale che integra quella già presente in fondo alle diverse voci della prima e della seconda parte e a molti dei lemmi della terza parte. L'indice dei nomi, per il quale si è adottato il criterio di inserire solo cognomi e nomi di uomini e donne antifascisti, combattenti e vicini alla Resistenza (escludendo così i militanti e combattenti delle forze di occupazione e della Rsi o vicini ad esse), e l'indice dei luoghi completano l'opera.
Un altro elemento di novità, per un lavoro di sintesi come questo, è rappresentato dalla presenza in tutte le sue parti di voci e lemmi che tengono conto dei cosiddetti quattro fronti del movimento resistenziale: dei soldati e degli ufficiali nei campi di internamento militare e dei politici e degli ebrei nei campi di concentramento e sterminio; dei partigiani italiani all'estero; dei soldati dell'esercito nella campagna d'Italia; e infine del movimento partigiano.[...]